Campagna regionale di screening per l’Epatite C

Continua anche per il 2023 la campagna regionale di screening per l’Epatite C.

LO SCREENING

Lo screening rappresenta un’opportunità per la diagnosi precoce delle infezioni da HCV e per l’avvio del trattamento, evitando le complicanze di una malattia avanzata del fegato e la possibilità di trasmissione ad altre persone.

A chi è rivolto: A tutti i nati tra il 1969 e il 1989, residenti in Piemonte compresi gli stranieri temporaneamente presenti (STP). Il test di screening non è raccomandato ai soggetti che sanno di essere positivi al test per la ricerca di HCV-RNA o già in cura presso un centro specialistico per HCV.

In cosa consiste: lo screening mirato all’identificazione dell’epatite virale correlata al virus C (HCV) si esegue tramite un test di ricerca di anticorpi su sangue o su altri fluidi corporei.

L’offerta in Piemonte prevede la possibilità per il cittadino di effettuare:

prelievo di sangue venoso con la ricerca di anticorpi anti-HCV e se il test risulta positivo, il laboratorio eseguirà immediatamente sullo stesso campione il test di conferma; l’esito dello screening sarà disponibile sul Fascicolo Sanitario Elettronico.

oppure

prelievo di una goccia di sangue capillare dalla punta di un dito (test capillare rapido), con esito in 20 minuti circa e refertazione immediata. In caso di positività verrà proposto un prelievo di sangue venoso per il test di conferma.

– Come interpretare l’esito del test: un test anticorpale negativo indica che il soggetto non ha un’infezione da HCV e il percorso di screening è concluso. Un test anticorpale positivo o indeterminato merita un approfondimento diagnostico con ricerca del materiale genetico (RNA) dell’HCV su siero. Qualora, a seguito di questo esame di approfondimento, venisse rilevato l’RNA dell’HCV nel sangue del soggetto interessato, la diagnosi di infezione da HCV è confermata. Diversamente, se l’RNA dell’HCV non venisse rilevato, è probabile che il test anticorpale reattivo rappresenti un’infezione da HCV pregressa che è stata superata dall’organismo del soggetto (spontaneamente o in seguito a terapia specifica) o un test anticorpale falsamente positivo.

– Cosa accade in caso di positività al test di conferma: si viene contattati telefonicamente dal centro specialistico di riferimento per fissare un appuntamento per la prima visita di presa in carico.

COME PARTECIPARE ALLO SCREENING

È possibile aderire:

– ad accesso diretto presso i punti prelievo di Asti, Castello d’Annone, Cocconato, Montegrosso, Nizza, Canelli, San Damiano, Villafranca e Villanova (negli orari previsti), richiedendo di eseguire il test di screening HCV, anche in occasione di un prelievo effettuato per altre motivazioni;

– prenotando sul sito https://sansol.isan.csi.it/la-mia-salute/prenotazioni-visite-ed-esami/#/ nella sezione “Eliminacode”: selezionare ELIMINACODE SCREENING HCV 1° PRELIEVO (HCV REFLEX) per effettuare il prelievo venoso (nei punti prelievo territoriali), ELIMINACODE TEST CAPILLARE PUNGIDITO (SCREENING HCV) per effettuare il test capillare rapido (solo ad Asti presso il Don Bosco);

– prenotando tramite CUP telefonico regionale al numero verde 800.000.500, attivo tutti i giorni dal lunedì alla domenica (escluse le festività nazionali) dalle 8 alle 20.

Per effettuare il test di screening non occorre impegnativa e non occorre il digiuno.

È necessario presentarsi con la Tessera Sanitaria (o codice STP/ENI) e un documento di riconoscimento in corso di validità. Si ricorda che, per sottoporsi al test, è necessario presentare il consenso informato compilato e firmato. ll percorso di screening è completamente gratuito, senza necessità di pagare il ticket.

Per informazioni telefonare ai numeri 0141 484049 – 0141 484062 da lunedì a venerdì, ore 8,30-12 e 14-15.

L’EPATITE C

L’epatite C è un’infezione del fegato determinata dal virus HCV.

Nella maggior parte dei casi l’infezione acuta non causa sintomi o si presenta con disturbi vaghi e poco specifici (Febbre, nausea e riduzione dell’appetito, affaticamento, dolori muscolari e articolari).

In circa il 30% dei casi il virus viene eliminato spontaneamente dall’organismo della persona infetta entro qualche mese dall’infezione. Nel restante 70%, l’infezione cronicizza e, nel 20-30% di questi pazienti, nell’arco di 20 anni o più conduce allo sviluppo di cirrosi, una condizione degenerativa del fegato che si complica con insufficienza d’organo e con tumore del fegato (1-4% dei casi).

La malattia è diffusa in tutto il mondo ed i paesi con i più alti tassi di infezioni croniche sono l’Egitto, il Pakistan e la Cina. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che nel mondo vi siano 58 milioni di persone con infezione cronica da HCV, circa 1,5 milioni di nuove infezioni all’anno e che, nel 2019, 290.000 persone siano morte per malattie del fegato correlate all’epatite C.

L’infezione da HCV si trasmette prevalentemente attraverso il contatto con il sangue di una persona infetta (es. scambio di siringhe, punture/tagli accidentali, pratiche medico-chirurgiche o esecuzione di piercing e tatuaggi con strumenti non adeguatamente sterilizzati, scambio di oggetti per la cura personale quali rasoi, forbici, spazzolini da denti e attrezzature per la manicure o pedicure). Sono sufficienti anche piccolissime quantità di sangue per trasmettere l’infezione. Meno frequentemente la trasmissione avviene attraverso rapporti sessuali non protetti oppure da madre al figlio durante la gravidanza o il parto. L’epatite C non si trasmette attraverso il latte materno, il cibo, l’acqua o contatti casuali come abbracci, baci e la condivisione di cibo o bevande con una persona infetta.

Ad oggi non esiste un vaccino contro l’epatite C e l’uso di immunoglobuline non si è dimostrato efficace. L’adozione di norme igieniche che evitino il contatto con sangue potenzialmente contaminato, la sterilizzazione degli strumenti chirurgici e degli strumenti per i trattamenti estetici, l’utilizzo di materiali monouso, la protezione nei rapporti sessuali a rischio costituiscono misure essenziali per la prevenzione dell’infezione da HCV.

Negli ultimi anni sono stati fatti notevoli progressi nell’ambito del trattamento dell’epatite C, grazie alla disponibilità di farmaci antivirali ad azione diretta (DAA). Con una combinazione di farmaci ben tollerati, da assumere per via orale, nel 95% dei casi, è possibile eliminare definitivamente l’infezione da HCV.

Ultimo aggiornamento: 22.02.2023

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